Comitato
Marina Velka senza fango

COMUNICATO DEI LEGALI. RESPINTO APPELLO REGIONE LAZIO. ARCHIVIATA PROCEDURA PENALE.


RESPINTO APPELLO REGIONE LAZIO.

In merito al contenzioso di secondo grado avviato dalla Regione Lazio avanti al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, dopo che la Regione:

  • ha interposto appello alla nota sentenza di primo grado a termini oltremodo scaduti;
  • ha pretestuosamente e temerariamente non solo sostenuto la ammissibilità del suo gravame (come sostenere che in Italia la guida sia a sinistra);
  • ha pervicacemente ed insistentemente negato (ed ancora nega) un risarcimento pur certificato da una sentenza già abbondantemente passata in cosa giudicata;
  • si è rifiutata in un primo momento addirittura di onorare il pagamento della registrazione di una sentenza che la vedeva soccombente, salvo poi cedere solo di fronte ad un legittimo sommovimento popolare coadiuvato da una pressione mediatica non indifferente;
  • ha tentato di rallentare i tempi di emissione della sentenza di secondo grado con mezzi che si possono definire biecamente "politici", costringendo questi difensori a porre in atto idonee contromisure, tra cui quella di un incontro con il Presidente del T.S.A.P. ;
ebbene, dopo tutto cio' - esposto peraltro brevemente - finalmente - con sentenza resa disponibile solo negli ultimi giorni - il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ha RESPINTO l'appello proposto come detto fuori termine dalla Regione Lazio, implicitamente attestando ancora una volta la sussistenza, l'entità e la misura dei risarcimenti già decisi dai giudici di prime cure del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche.


ARCHIVIATA PROCEDURA PENALE.

Naturalmente - utilizzando una ironia purtroppo assai attuale in Italia ove ottenere sacrosanta giustizia rappresenta comunque una vittoria (sic!) - se da un lato il T.S.A.P. respingeva come sopra detto l'appello della Regione, dall'altro e sempre da ultimo, il Tribunale penale di Civitavecchia - dopo una autentica battaglia legale fatta di richieste di archiviazione, di nostre opposizioni accolte, di udienze, di corse contro il tempo e, insomma, di scontri per la legalità - non aveva letteralmente il coraggio (visto che si trattava dello stesso giudice che aveva più volte accolto le nostre richieste di opposizione alle richieste di archiviazione presentate dalla Procura) di rinviare a giudizio la parte indagata ritenuta sino ad allora verosimilmente responsabile per i fatti ben noti.

IN ITALIA NON SI PUO' E NON SI DEVE, MA SI VIENE COSTRETTI AD. ACCONTENTARSI.

Ora "le carte" e cioè le sentenze, le decisioni giuste e sacrosante ci sono tutte; ben due gradi di giudizio, migliaia di carte processuali fatte di sudore della fronte di gente PER BENE che ha lottato per un unico e solo miraggio: UN SUO DIRITTO. Basteranno queste carte per far arrivare il pagamento di somme DOVUTE? Noi riteniamo di SI, semplicemente perchè sino ad ora ci abbiamo creduto e continueremo a crederci sino a quando l'ultimo degli alluvionati non avrà percepito l'ultimo centesimo di somme SUE.

Roma, 08.11.2013

Ringraziamo per la attenzione.

Avv. Claudio Ciarrocchi Avv. Emanuela Muller Avv. Elisabetta De Luca Raponi

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