Risarcimento alluvionati.
INAMMISSIBILE L’ APPELLO DELLA REGIONE LAZIO.
La Magistratura dichiara inammissibile l’appello della Regione Lazio contro la sentenza che sancisce i risarcimenti agli alluvionati di Marina Velka e Tarquinia Lido. Ora Zingaretti pagherà il dovuto ai cittadini o continuerà a perdere tempo e denaro foraggiando avvocati ?
Cari Lettori,
sono quasi otto anni che seguite le vicende del Comitato “Marina Velka Senza Fango” costituitosi dalle polveri del fango del Fiume Marta, che tanti guai ha causato nel 2004 e 2005 esondando più volte, per la noncuranza, l’imperizia e la supponenza dei preposti dell’epoca.
Bene, per la seconda volta la Magistratura specializzata nella materia delle acque pubbliche ha dato ragione ai valenti e tignosi legali del Comitato dichiarando non ammissibile l’appello presentato - oltre un anno dopo la scadenza dei termini previsti dalla legge - dal legale esterno della Regione Lazio (pagato quindi con soldi pubblici), sempre pronto a voler giustificare, sia in Tribunale che in diretta televisiva a “Mi Manda Rai 3”, la pervicacia volta esclusivamente a dilatare i tempi dell’inevitabile risarcimento dei danni, in adempimento al mandato ricevuto in tal senso dalla Regione stessa.
Ci aspettiamo a que sto punto, ma non è certo - considerato che ben due gradi di giudizio hanno dato ragione agli alluvionati (!) - che la Regione organizzi l’ennesimo escamotage per ritardare ancora il sacrosanto risarcimento agli incolpevoli danneggiati, con il risultato certo - però - di gonfiare il contatore degli interessi (sulle somme liquidate in sentenza) che aumentano di giorno in giorno.
Confidiamo nell’intervento di qualcuno che conta (che ne dice Presidente Zingaretti??), che possa chiudere questa squallida commedia italiota, i cui responsabili, che non pagano mai, sono autori e attori sotto la regia di una moralmente povera Regione Lazio.
A margine, la Procura di Civitavecchia ha archiviato la denuncia che i Cittadini presentarono all’epoca dei fatti, certi delle responsabilità di chi doveva “fare e vigilare”. Probabilmente ci doveva scappare il morto per ottenere giustizia. Oltretutto - ma questo attiene ad un esame di coscienza non nostro - colui che aveva in passato accolto più volte le opposizioni presentate dai legali avverso le ripetute richieste di archiviazione proposte dal PM, ha cambiato repentinamente idea, decidendo di respingere, questa volta, l’ultima opposizione.
Forse è meglio così.
Roma, 09.11.2013
Stefano Corsanici - addetto stampa
Elena Maria Scopelliti - presidente